Quando si parla di Dante e della Divina Commedia, raramente si pensa alla sessualità. Eppure il poema è attraversato da una profonda riflessione sull’amore, sul desiderio e sul corpo. Dall’Inferno al Paradiso, la sessualità non viene negata: viene trasformata, passando da colpa a purificazione, da passione carnale a slancio spirituale.

Lussuria nell’Inferno: l’amore che travolge

Nel Canto V dell’Inferno, Dante incontra i lussuriosi, travolti da una bufera incessante, simbolo della passione che in vita li ha dominati. Tra loro emergono le figure di Paolo e Francesca, due amanti condannati per aver ceduto al desiderio adulterino.

Francesca racconta con dolcezza la nascita del loro amore, mentre Dante, colpito dal loro destino, sviene per la pietà. Ma la pena è chiara: chi ha amato in modo disordinato, anteponendo il piacere alla ragione, ha perso sé stesso.

La sessualità, qui, è desiderio incontrollato. Non è condannata in quanto tale, ma perché ha portato alla perdita del libero arbitrio, travolgendo la coscienza morale.

Desiderio e purificazione nel Purgatorio

Nel Purgatorio, la lussuria non è negata, ma purificata. L’anima non è più trascinata dal desiderio, ma impara a riconoscerlo, a dargli forma, a guidarlo.

Nel Canto XXV e XXVI, i lussuriosi espiano camminando dentro fiamme purificatrici. Non si tratta di punizione, ma di rinascita.

Qui Dante incontra Guido Guinizzelli, poeta dell’amor cortese, e altri che hanno celebrato l’amore nei versi, oscillando tra passione e sublimazione.

La sessualità viene restituita alla sua dimensione umana e sacra: può ferire, ma può anche essere trasformata in tensione amorosa più alta, capace di condurre l’anima verso Dio.

L’Amore Spirituale nel Paradiso: l’unione che eleva

Nel Paradiso, la sessualità è trascesa, non cancellata. Diventa amore puro, motore dell’universo, principio che muove il cielo e la terra.

Dante ritrova Beatrice, non più solo donna amata, ma guida spirituale, simbolo della grazia divina. Il desiderio non è più brama terrena, ma anelito verso l’Assoluto.

Nell’ultimo canto, l’amore è definito come “l’amor che move il sole e l’altre stelle”: una forza cosmica, intelligente, luminosa. Non più corpo, ma energia, verità, fusione con il divino.

Eppure, il viaggio che porta a questa vetta è iniziato proprio con una riflessione sul desiderio più umano. Dante non nega la sessualità: la ricompone, la riconduce all’armonia originaria.

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Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
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Per approfondire:

  • Alighieri, Dante. Divina Commedia, ed. critica a cura di Giorgio Petrocchi

  • Barolini, Teodolinda. Dante’s Poets: Textuality and Truth in the Comedy

  • Hollander, Robert. Dante: A Life in Works

  • Nardi, Bruno. Saggi di filosofia dantesca