Il BDSM – acronimo che racchiude Bondage, Disciplina, Dominazione, Sottomissione, Sadismo e Masochismo – è una pratica sessuale sempre più discussa e studiata, non solo nei contesti erotici ma anche in ambito clinico e psicologico. Lontano dai pregiudizi e dalle semplificazioni, il BDSM è un universo complesso, fatto di ruoli, rituali, desideri e limiti condivisi.

Andiamo ora ad esplorare i principali risvolti psicologici del BDSM, affrontando le dinamiche emotive, le motivazioni profonde e le implicazioni relazionali di queste esperienze.

BDSM: oltre lo stereotipo

Contrariamente a quanto si crede, il BDSM non è legato alla violenza o alla sopraffazione reale. Si tratta invece di gioco erotico consensuale, regolato da codici chiari e da una relazione di fiducia tra i partner. Il principio base è il SSC – Sicuro, Sano, Consensuale – oppure il RACK – Risk Aware Consensual Kink (trasgressione consensuale e consapevole dei rischi).

Chi pratica BDSM non è necessariamente portatore di disturbi mentali o traumi irrisolti. Le ricerche mostrano che molte persone inseriscono queste pratiche all’interno di relazioni sane, stabili e affettivamente coinvolte.

Dinamiche psicologiche: controllo, fiducia, identità

Le pratiche BDSM toccano corde emotive molto profonde, come il controllo, la vulnerabilità, la dipendenza, la potenza, la cura. Il dominante (o Dom) non è un abusante, e il sottomesso (o Sub) non è una vittima. Al contrario, i ruoli sono scelti, negoziati e spesso invertiti.

Questi giochi possono rappresentare una modalità per riscoprire il corpo, uscire dalla routine sessuale, o esplorare identità e bisogni emotivi. Alcune persone riferiscono un senso di liberazione nel lasciarsi andare, nel ricevere piacere senza controllo. Altre trovano gratificazione nell’essere responsabili del piacere altrui, nel guidare, accogliere e contenere.

Il cervello durante il BDSM: uno stato alterato di coscienza

Studi neuroscientifici hanno rilevato che durante pratiche BDSM intense si attivano aree cerebrali legate alla dissociazione controllata, alla produzione di endorfine, dopamina e ossitocina. Si possono sperimentare stati di trance, intensa connessione emotiva (detta subspace), o senso di fusione con il partner.

Queste esperienze non sono solo sessuali, ma psico-corporee, in cui la mente e il corpo agiscono in sincronia, creando uno spazio sicuro e trasformativo.

Motivazioni: gioco, guarigione, affermazione di sé

Le motivazioni che portano una persona ad avvicinarsi al BDSM sono molteplici e spesso profonde. C’è chi lo fa per esplorare il piacere in modo non convenzionale, rompendo gli schemi tradizionali della sessualità. Altri sentono il bisogno di superare tabù culturali o personali, riscrivendo la propria relazione con il corpo e con il desiderio. Alcune persone trovano nel BDSM un modo per riscattare vissuti di impotenza o mancanza di controllo, assumendo un ruolo attivo e consensuale che restituisce potere e consapevolezza.

Per molti, queste esperienze permettono di recuperare fiducia nel proprio corpo e nel legame emotivo con l’altro, sperimentando intimità e vulnerabilità in uno spazio protetto. Infine, non è raro che il BDSM diventi un canale per esprimere parti di sé normalmente represse, come la forza, la fragilità o il bisogno di cura, dando voce a emozioni che altrimenti resterebbero inascoltate.

Non va dimenticato che, per alcuni, il BDSM rappresenta anche una vera e propria forma di narrazione emotiva, in cui il dolore simbolico e ritualizzato prende il posto di un dolore reale non espresso, offrendo una via di trasformazione e rielaborazione.

Quando può diventare un problema

Il BDSM, se praticato nel rispetto del consenso e della sicurezza, non è da considerarsi patologico e non viene classificato come disturbo nei manuali diagnostici. Tuttavia, ci sono situazioni in cui queste pratiche possono generare disagio e difficoltà emotive.

Accade, ad esempio, quando il BDSM diventa l’unica forma di eccitazione possibile, escludendo ogni altra modalità di intimità o relazione. Oppure quando si accompagna a sentimenti di vergogna, ansia o confusione, rendendo difficile vivere serenamente la propria sessualità.

Un altro segnale di allarme si presenta quando le pratiche vengono vissute in modo compulsivo, perdendo il senso del limite e della consapevolezza. In alcuni casi, infine, il BDSM può essere associato a vere e proprie dinamiche di abuso, manipolazione o dipendenza affettiva, in cui il consenso è solo apparente.

In queste situazioni, il supporto psicoterapeutico diventa uno strumento prezioso per distinguere ciò che nasce da un desiderio sano e condiviso da ciò che è spinto da una coazione o da un bisogno inconscio di rivivere situazioni traumatiche. Aiuta inoltre a ristabilire una relazione autentica con il proprio corpo, con l’altro e con il proprio mondo emotivo.

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Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
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🌐 www.francescamilizia.it

Per approfondire:

Wiseman, Jay. SM 101: A Realistic Introduction

Baumeister, Roy. Masochism and the Self

Moser, Charles & Kleinplatz, Peggy J. Sexuality and Psychology: On the Edge of Deviance

American Psychiatric Association, DSM-5-TR, 2023