Ti è mai capitato di pensare: “Ho solo avuto fortuna”, anche dopo un successo meritato? Hai paura che gli altri si accorgano che non sei all’altezza, nonostante i risultati dimostrino il contrario? Se sì, potresti aver sperimentato la sindrome dell’impostore, un fenomeno psicologico sorprendentemente comune, soprattutto tra persone di talento e successo.

Cos’è la sindrome dell’impostore

La sindrome dell’impostore non è una malattia mentale, ma una distorsione del senso di autostima: chi ne soffre ha difficoltà a interiorizzare i propri successi, tende a minimizzare le proprie capacità e vive costantemente con il timore di essere “smascherato”.

Si tratta di un’esperienza soggettiva in cui si percepisce una discrepanza tra ciò che si è e ciò che si crede che gli altri pensino di noi. Questo porta a pensare che il proprio valore sia sopravvalutato, che prima o poi gli altri se ne accorgeranno, e che ogni risultato positivo sia dovuto a fattori esterni come fortuna o circostanze favorevoli.

Chi ne soffre di più

La sindrome dell’impostore colpisce persone di ogni età e professione, ma è particolarmente diffusa tra:

  • donne con alti livelli di formazione o ruoli di responsabilità

  • studenti universitari o brillanti professionisti all’inizio della carriera

  • individui con una storia familiare caratterizzata da aspettative elevate o continue svalutazioni

Perfino figure pubbliche, artisti e scienziati di fama hanno ammesso di aver vissuto questo senso di inadeguatezza, nonostante il riconoscimento collettivo.

Perché ci si sente “impostori”?

Le origini della sindrome dell’impostore sono spesso multifattoriali. Un ambiente familiare molto critico o competitivo, un’educazione basata sul “dover essere perfetti”, o una bassa autostima costruita nel tempo, possono favorirne lo sviluppo.

Spesso la persona si identifica con un’idea rigida di successo, in cui ogni minimo errore è visto come una conferma di inadeguatezza. Questo porta a due reazioni opposte: o a un perfezionismo esasperato, che sfocia nell’ansia da prestazione, oppure alla procrastinazione, per paura di non essere all’altezza.

Come si manifesta

Chi soffre della sindrome dell’impostore tende a:

  • svalutare i propri risultati (“chiunque avrebbe potuto farlo”)

  • sentirsi costantemente sotto esame

  • provare ansia e senso di colpa in caso di successo

  • evitare sfide o occasioni per paura di “fallire”

  • avere difficoltà ad accettare complimenti o riconoscimenti

Tutto ciò può compromettere la qualità della vita, la carriera e le relazioni, alimentando un circolo vizioso di insicurezza.

Superare la sindrome dell’impostore

Affrontare questo meccanismo richiede un lavoro su di sé profondo ma possibile. Il primo passo è riconoscere che si tratta di una distorsione della percezione di sé, non di una realtà oggettiva.

 

Con l’aiuto della psicoterapia, è possibile:

  • lavorare sull’autostima e sull’identità personale

  • ridurre il perfezionismo disfunzionale

  • normalizzare l’errore come parte del processo di apprendimento

  • imparare a riconoscere e accettare il proprio valore

La psicoterapia aiuta a ristrutturare le convinzioni disfunzionali e i vissuti di vergogna legati al “sentirsi inadeguati”.

Sentirsi un “impostore” non significa esserlo davvero. È spesso il riflesso di una mente sensibile e coscienziosa, che ha bisogno di essere guidata verso un’immagine più realistica e gentile di sé. Meriti di riconoscere il tuo valore. Non sei solo né sbagliato: sei umano.

Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
📞 346.70.75.806
🌐 www.francescamilizia.it

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