Un cioccolatino per consolarsi, una fetta di torta per premiarsi, uno snack “solo per tirarsi su”. Gli zuccheri, oltre a essere ovunque, sono spesso legati a emozioni, abitudini e meccanismi profondi. Ma quando il bisogno di dolcezza non è più solo gustativo, ma emotivo, possiamo parlare di una vera e propria dipendenza psicologica da zuccheri.

Non solo fame: il bisogno emotivo di zuccheri

La fame di zucchero non è sempre fisica. Spesso si tratta di un bisogno affettivo camuffato. Mangiare dolci attiva aree del cervello leate al piacere e alla gratificazione immediata, rilasciando dopamina, la stessa sostanza coinvolta nei meccanismi di ricompensa e dipendenza.

Per questo, lo zucchero diventa una via rapida per “spegnere” emozioni spiacevoli: tristezza, solitudine, ansia, noia, frustrazione. Il cibo dolce agisce come un anestetico temporaneo, ma crea un circolo vizioso difficile da interrompere.

Quando è dipendenza?

Non è la quantità a definire una dipendenza, ma il tipo di relazione che si ha con il cibo. Alcuni segnali comuni:

  • Mangiare dolci in modo compulsivo, anche senza fame
  • Sentirsi in colpa o fuori controllo dopo averli consumati
  • Pensare spesso al “prossimo dolce”
  • Usare lo zucchero per gestire emozioni o stress
  • Incapacità di ridurre il consumo, nonostante i tentativi

Col tempo, il cervello si abitua a questo tipo di gratificazione e ne richiede sempre di più. Il problema non è “la brioche”, ma l’automatismo con cui viene scelta per calmare un disagio.

Perché è così difficile smettere

Lo zucchero è ovunque: nei biscotti, ma anche nel pane, nelle salse, nelle merendine per bambini, nei cereali e perfino nello yogurt. Inoltre, l’associazione tra dolcezza e affetto si costruisce fin da piccoli: caramelle come premio, torte di compleanno, dolci della nonna.

Spezzare questo legame richiede tempo, consapevolezza e spesso un lavoro interiore profondo: non basta la forza di volontà, perché in gioco ci sono meccanismi emotivi e affettivi.

Come affrontare la dipendenza da zuccheri

Ridurre o gestire questa dipendenza non significa “eliminare tutto”. Significa ascoltare il proprio corpo e riconoscere i bisogni veri.

  • Inizia da una maggiore consapevolezza: mangi perché hai fame o per consolarti?
  • Lavora sulle emozioni che attivano il bisogno di zucchero
  • Fai attenzione agli automatismi e alle abitudini inconsapevoli
  • Rivolgiti a uno psicologo se senti che il rapporto col cibo sta diventando fonte di disagio o perdita di controllo

Un percorso psicoterapeutico può aiutare a rompere il legame tra emozioni e zucchero, e a costruire nuove strategie di autoregolazione più sane e durature.

https://www.francescamilizia.it/richiesta-di-appuntamento/

 

Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
📞 346.70.75.806
🌐 www.francescamilizia.it

Per approfondire:

  • DesMaisons, Kathleen. Zucchero, il piacere proibito
  • Gearhardt, Ashley. Food Addiction: An Evidence-Based Approach
  • Rossi, Giorgio. La fame emotiva
  • American Psychiatric Association – Manuale DSM-5, sezione disturbi da alimentazione incontrollata

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *