In un’epoca in cui lo stress, l’ansia e la solitudine colpiscono trasversalmente tutte le età, la convivenza con un gatto può rivelarsi un’autentica risorsa per il benessere psicologico. Dietro a un’apparente indipendenza, infatti, il gatto offre presenza empatica, affetto regolato e momenti di connessione profonda che incidono positivamente sull’equilibrio emotivo dell’essere umano.
Gatti e salute mentale: cosa dice la scienza
Numerosi studi hanno indagato i benefici psicologici associati alla presenza di animali domestici. In particolare, la relazione con un gatto ha dimostrato di avere effetti positivi su:
- Stress e ansia: accarezzare un gatto o ascoltarne le fusa può ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e aumentare il rilascio di ossitocina, che favorisce la calma e il legame emotivo;
- Depressione: i gatti offrono una forma di compagnia silenziosa che rompe l’isolamento, senza invadere lo spazio personale. Questo può favorire una regolazione affettiva più stabile;
- Disturbi d’ansia sociale: la presenza di un animale domestico può fungere da “mediatore” relazionale, facilitando l’apertura e la comunicazione anche nelle persone più ritirate;
- Regolarità e senso di responsabilità: prendersi cura di un essere vivente, anche autonomo come un gatto, aiuta a mantenere una routine e a rafforzare l’autoefficacia.
Le fusa e il contatto: una cura sottile
Le fusa non sono solo un suono rassicurante: ricerche hanno dimostrato che la loro frequenza (tra i 25 e i 150 Hz) è in grado di favorire la guarigione ossea e muscolare e ha effetti calmanti sul sistema nervoso centrale.
Il contatto fisico con il gatto stimola il sistema limbico, che regola le emozioni. Questo può ridurre sintomi di irrequietezza, agitazione o tristezza.
Il gatto, grazie alla sua natura empatica ma non invadente, favorisce:
- la risonanza emotiva;
- la consapevolezza del corpo e del ritmo;
- una maggiore connessione con il momento presente (mindfulness).
Questi effetti sono utili nei percorsi psicoterapeutici incentrati sull’autoregolarizzazione emotiva, sul trauma o sull’elaborazione del lutto.
Una presenza che insegna a “sentire”
Il gatto ci invita a rallentare, a sentire senza dover fare, a stare nel silenzio senza che questo diventi minaccioso. È un compagno non giudicante, ma presente. Per chi ha vissuto relazioni complesse o esperienze di rifiuto, il gatto può rappresentare una forma nuova e rassicurante di attaccamento.
Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
📞 346.70.75.806
🌐 www.francescamilizia.it
Per approfondire:
Turner, D. C., & Bateson, P. (2014). The Domestic Cat: The Biology of its Behaviour.
McNicholas, J., & Collis, G. M. (2006). Pets as therapeutic agents.
American Psychological Association. (2022). Benefits of animal companionship.
Levine, P. A. (1997). Waking the Tiger: Healing Trauma.