Il pensiero laterale è la chiave per affrontare problemi in modo creativo, trovando soluzioni che la logica tradizionale spesso non riesce a vedere. È quel tipo di pensiero che “salta fuori” dal percorso lineare, esplora vie alternative, ribalta la prospettiva. E lo fa non perché sia bizzarro o caotico, ma perché si nutre di flessibilità mentale, intuito e immaginazione.

Cos’è il pensiero laterale

Il termine pensiero laterale è stato coniato dallo psicologo ed esperto di creatività Edward de Bono per descrivere un modo non convenzionale di ragionare, utile soprattutto per risolvere problemi complessi o bloccati. Invece di muoversi in modo sequenziale (passo dopo passo), il pensiero laterale cerca scorciatoie concettuali, analogie, ribaltamenti di senso.

È il pensiero che permette di uscire da una logica binaria (“giusto/sbagliato”, “bianco/nero”) per abbracciare l’ambiguità e la complessità. È alla base dell’innovazione, della creatività, e della capacità di reinventarsi.

Perché è importante

In un mondo che cambia rapidamente, dove i problemi non sono più lineari, il pensiero laterale è una risorsa preziosa.

Stimola:

  • Flessibilità mentale: la capacità di cambiare punto di vista;

  • Tolleranza all’incertezza: il coraggio di esplorare strade nuove;

  • Creatività applicata: trovare soluzioni inaspettate ma efficaci.

Può essere utile in ambito lavorativo, educativo, ma anche nella vita quotidiana: relazioni, decisioni personali, gestione delle emozioni. Imparare a pensare lateralmente significa sviluppare un pensiero divergente, capace di superare le rigidità.

Come si sviluppa

Il pensiero laterale non è un talento innato, ma una capacità che si può coltivare. Ecco alcune strategie:

  • Allenarsi a mettere in discussione gli automatismi mentali;

  • Risolvere enigmi o rompicapo che richiedano soluzioni non ovvie;

  • Fare brainstorming senza giudizio;

  • Osservare le cose da più angolazioni, anche immaginandosi nei panni di un altro.

Anche la psicoterapia può stimolare questo tipo di pensiero: spesso, cambiare narrazione rispetto a sé stessi o a un problema è già un atto di pensiero laterale.

Quando il pensiero lineare non basta

Ci sono situazioni emotive o relazionali in cui una spiegazione razionale non risolve. Un blocco emotivo, una scelta difficile, un conflitto con una persona cara. In questi casi, il pensiero laterale aiuta ad accogliere la complessità, a cercare un senso “altro” e a sbloccare energie nuove.

In questo senso, il pensiero laterale non è solo uno strumento cognitivo, ma anche una postura esistenziale: quella di chi non si arrende all’apparenza, non si irrigidisce nella paura, ma osa esplorare.

Dott.ssa Francesca Milizia
Psicologa – Psicoterapeuta
Sessuologa – Terapeuta EMDR
Riceve a Roma, Palestrina e Valmontone
📞 346.70.75.806
🌐 www.francescamilizia.it

Blog

Per approfondire:

  • Edward de Bono, Il pensiero laterale, BUR, 2008

  • Roger von Oech, Un kick alla tua mente, Franco Angeli, 2014

  • Daniel Kahneman, Pensieri lenti e veloci, Mondadori, 2012

Richiesta di appuntamento

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *