Io come Alice persa in una favola piena di animali fantasiosi ma alquanto cattivi...Partii di qui, da un mucchio di confusione in cui io stessa mi perdevo senza trovare via d'uscita...Vagavo nel labirinto delle mie oscurità presenti e passate che non mi davano tregua...come una trottola condotta dal vento io ero spinta da malinconia, rimorsi e rimpianti...ebbene si era crollato il castello di avvenimenti passati accaduti e non affrontati...Era arrivato il momento...

Io così come Alice non potevo continuare a perdermi nelle fantasie atroci della mia mente.. Ma ecco qua spuntare al l'orizzonte un salvagente amico nel mare oscuro e turbolento...Da subito non la riconobbi poi mi disse il suo nome...Francesca....all'inizio la guardai con diffidenza...chi era costei per aprire il cassetto sigillato dei miei segreti? Poi sempre più sommersa dalle onde capii che avrei dovuto farmi aiutare prima di affogare davvero e che costei era l'unica in grado di farlo...Da qui iniziò il mio viaggio...il viaggio attraverso l'inconscio il viaggio che ogni persona dovrebbe essere in grado di fare...Scelsi un luogo realmente esistito come punto di partenza per far comprendere quale realmente fu il mio arduo percorso...Partii da PARIGI...Ed eccomi qui in una gelida notte parigina, adornata da un forte vento....Io li vicino alla Tour Eiffel sola...pensavo e più pensavo e più mi sentivo sola...finché un narratore esterno...una specie di voce fuori dal coro... Iniziò a farmi parlare ad alta voce, quasi a farmi urlare...Presa dall'impeto del momento e dal tempo Assai lontano all'interno del quale pronuncia l'ultima parola iniziai a parlare...Parlai come un muto a cui era stato regalato il dono della parola e ora improvvisamente di trovava ad usarlo...il narratore esterno aveva una voce calda accogliente quasi di madre, la madre dolce che non avevo mai avuto...È sapete qua l'era la cosa bella? Mi ascoltava…potevo urlare e parlare con la sensazione estranea di essere finalmente ascoltata...ed ecco iniziai a parlare di mio nonno, da poco mi aveva abbandonata qui nella fredda Parigi e che paradosso era la città che ho sempre amato.... Ero sola e non capivo...Iniziai quindi qui a parlare del nonno, della sua meravigliosa figura iniziai a scrivere di lui sulla Tour Eiffel e nel buio iniziai a vedere qualche bagliore ...poi presi un traghetto...un traghetto oscuro che mi portò a Londra la caotica e ambita Londra...Ed era proprio qui nel caos totale che mi accorsi di essere sola...c'ero ma nessuno mi sentiva ...era come se nessuno avvertisse la mia presenza ...io parlavo ma nessuno mi sentiva...nessuno tranne il narratore esterno...A Londra iniziai a sbrogliare la matassa....Non mi sentivo capita da nessuno non avevo fiducia in nessuno...dubitavo della stabilità emotiva di mio padre e non volevo dargli un'ulteriore peso...Parlai ancora molto di mio nonno , fulcro dei miei spostamenti, era un po’come il filo di Arianna, era lui il punto di convergenza dei miei pensieri nel mio viaggio...Qui iniziai a parlare di mia madre, dei miei problemi con il cibo, del mio abbigliamento, dei miei amici e di quelle attenzione da parte di un uomo molto più grande...Da Londra mi spostai dopo un estenuante viaggio in Polonia...avevo fatto un salto grandissimo...uno spostamento enorme ma ancora carico di ansie e problemi ...la nota positiva: cominciavo già a vedere una luce più grande...La Polonia era diversa da 2 estati fa era più fredda…non era accogliente e non aveva basi...era come se avevo tanto scavato nel mio cervello che ora anche il mio viaggio non si poggiava su nulla...La Polonia la ricordo così senza basi...senza certezze sospesa...In Polonia analizzai e archiviai il mio problema con quell’uomo più grande di me lasciando il resto in sospeso...dopo atterrai nella fredda e rigorosa Svizzera qui mi vedevo costretta a narrare e parlare della sola persona che mi ricordava questo luogo...mia madre ...raccontai al narratore di lei e della mia infanzia...tuttavia non tutto...c'era ancora molto da raccontare ma mi fermai...mi ritenni troppo matura per scavare ancora nei miei pensieri e così la svizzera me la ricordo più bassa e sospesa della Polonia più illuminata ma tutt'altro che chiara...In seguito atterrai con l'aereo dei miei pensiero nello scherzoso e ubriacone Monaco...A monaco discussi con il narratore in merito alle amicizie, al l'alcool alla droga e a come relazionarsi nel modo giusto...qua imparai a non rinnegare la propria identità per gli altri...Monaco mi appariva finalmente chiaro tuttavia sapevo di aver ancora molto da imparare...Dopo Monaco atterrai a Roma nella bella e monumentale Roma dove appresi la notizia della sostituzione del narratore...qua rimasi a lungo ferma...Sospesa su un filo dalla mia stasi...i miei arti non volevano muoversi...mi sentivo stranita...Ma come?! Dopo tutto questo lavoro...dopo tutto questo progredire...ora che il sole iniziava ad entrare dalla finestra mi vedevo costretta a chiederla e a richiudermi in me stessa come il bozzolo prima di diventare farfalla...Però avevo imparato a pensare e dedussi che la crescita era anche questo...queste 2 azioni: Pensare ed aver paura erano ora al centro del mio io...Dopo Roma mi vidi costretta a malincuore a tornare a casa...nella mia città natale….qui ripresi la mia normale e noiosa vita...più serena ma meno stimolata...più incerta e meno curiosa in sintesi cambiata e arricchita dal viaggio...

F.C.